1. |
Ragazza neutrale
02:16
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Son tanti i giovanotti a me d'intorno
che ne potrei formare un reggimento.
Son tutti caldi come il pan nel forno
e per avermi vengono a cimento.
Chi vuol farmi ballar valzer viennesi,
chi a Nizza poi m'invita a Carnevale.
Ed io rispondo a tutti: "Son neutrale,
rigodindondà, finchè durerà la neutralità!"
L'un dice: "Bella vien con me a Berlino!"
e l'altro: "Stella, io son parigino!"
Io faccio a tutti un bell'inchino,
preferisco già ouì, yes, ja ja, la neutralità!
Lo so che sono bella come un fiore,
che vale dei milioni il mio amore:
che per avermi m'offron mari e monti
ed io che sto a sentir poi faccio i conti.
Sorrido a tutti e non rispondo male
ma tengo tutti in là col mio stivale
e dico: "V'amo, si, ma son neutrale
rigodindondà, finchè durerà la neutralità!"
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2. |
XXIV Maggio
04:06
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"Soldati, di terra e di mare!
L'ora solenne delle rivendicazioni nazionali è suonata.
Seguendo l'esempio del mio Grande Avo,
assumo oggi il comando supremo delle forze di terra e di mare,
con sicura fede nella vittoria, che il vostro valore,
la vostra abnegazione, la vostra disciplina sapranno conseguire.
Il nemico che vi accingete a combattere
è agguerrito e degno di voi.
Favorito dal terreno e dai sapienti apprestamenti dell'arte,
egli vi opporrà tenace resistenza, ma il vostro indomito slancio saprà di certo superarla.
Soldati!
A voi la gloria di piantare il tricolore d'Italia sui termini sacri che la natura pose ai confini della Patria nostra.
Soldati!
A voi la gloria di compiere, finalmente, l'opera con tanto eroismo iniziata dai nostri padri."
Re Vittorio Emanuele III
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3. |
Irredentismo
03:58
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"Io ho passato il confine cinque o sei giorni fa: ho provato un po' di tristezza, un po' di dolore di lasciare l'Italia, la mia Patria, che può darsi potrei anche non rivedere più. In quel caso sarei seppellito in terra redenta: avrei il dolore di lasciare nel cuore dei miei cari, carissimi, una ferita inguaribile. Avrei la consolazione di morire per il mio paese, per la sicurezza e la libertà dei miei cari, per l'avvenire glorioso dei figli dei miei figli. Il gran conforto di essere uno di quelli che ha dato il sangue pel paese e l'ha difeso dall'eterno odiato nemico: di essere uno di quei morti tanto belli che i granatieri guardano con serena ammirazione: di quei morti tanto diversi dai comuni: di quelli morti in un attimo di beata esaltazione, fieri, soddisfatti di morire..."
Sottotenente Teodoro Capocci, MOVM
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4. |
Oltre la vita!
02:30
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Rompono il silenzio i colpi del nemico,
avanzo sotto il tiro incontro alla mia sorte.
La paura batte in petto la sento così forte
e qui a fianco a me, sua Signora Morte!
Un sol dovere imposto, andare ancor più oltre,
sparo nel macello, centro uno in fronte.
Verso l'obiettivo, ora corro a perdifiato,
oltre le macerie il nemico si è assediato.
Striscio fra i corpi oltre il reticolato,
riconosco qualche amico che mi ha lasciato.
Dinanzi a me, una mitragliatrice,
suona la triste melodia della grande mietitrice.
Giù nella trincea, trovo il corpo a corpo,
un fucile mi punta è pronto a fare fuoco!
Oltre la vita, ho combattuto,
nell'inferno della guerra sono caduto!
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5. |
Addio, Primavera
03:28
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Lontano da casa, dai campi fioriti,
in mezzo alla roccia e agli spiriti arditi.
Il Carso mi chiama con voce tonante,
rispondo presente lanciando granate.
Osservo un compagno tremante,
gli occhi pieni di lacrime infrante,
“Ho ucciso un uomo”, mi dice,
“ma spero domani sia un giorno felice”.
Ci consola l'Isonzo alle spalle,
trascina i corpi e il sangue a valle.
Un fischio accorpa i nostri nervi,
forza all'assalto miei cari fratelli.
Cogli quel fiore amor mio, cogli quel fiore e digli addio.
Del ragazzo che cade in battaglia tra filo spinato e colpi di mitraglia.
Una vena pulsante scorre nella terra
e la dimora del fante è gloria, morte e guerra.
E quando il mio tempo giungerà,
questo fango m’accoglierà.
Voglio sappiano i miei cari,
che non mi sono battuto per futili ideali,
ma per un amore più grande dell'odiare,
che è il sogno di scamparla e a casa tornare.
Cogli quel fiore amor mio, cogli quel fiore e digli addio.
Del ragazzo che cade in battaglia tra filo spinato e colpi di mitraglia.
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6. |
Notte inquieta
03:19
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(instrumental)
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7. |
Risveglio
03:52
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Le orecchie fischiano,
digrigno i denti dal dolore,
sono qui immobile,
mi sembra un’eternità.
In un grembo di roccia,
tra miasmi e ombre,
la testa fra le gambe,
la terra non trema più.
Scosso da un brivido,
nel freddo che mi assale,
mi abbandono a felici ricordi
ormai lontani.
Qualcuno chiama,
non distinguo la voce.
Il masso rotola via,
finalmente la luce.
Una mano mi afferra,
mi riporta alla vita,
quello che ero
non sono più.
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8. |
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Regio Esercito Italiano
Istruzione per l’uso delle maschere e degli occhiali contro i gas asfissianti
Punto I
La maschera si adatta al viso facendo passare sopra la testa il nastro elastico con la fettuccia scorrevole al centro. La lunghezza dell’elastico si regola per mezzo della fibbia
Punto II
Si piega con le dita la laminetta di piombo cucita nel bordo superiore della maschera, in modo da farla aderire perfettamente all’osso del naso e sotto le occhiaie
Punto III
Si legano dietro la nuca le due fettucce superiori
Punto IV
Si tirano le fettucce inferiori, in modo da arricciare sotto il mento l’orlo inferiore della maschera, legandole poi fortemente sopra il capo
Punto V
Gli occhiali si mettono in ultimo, curando che chiudano perfettamente le occhiaie
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9. |
Nella nebbia
03:26
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(instrumental)
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10. |
San Michele
03:59
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San Michele un'altra alba ci desta!
Non canta il gallo dell'artiglieria,
nessun proietto spezza questa monotonia.
Una giallastra nebbia sale dalla linea rivale,
porta con sé i semi del male,
serpeggia nell'aria con tanfo di cloro,
si aggrappa al respiro di tutti coloro,
che il segnale d'allarme non hanno udito
e cadon colpiti nel loro nido.
San Michele qui nessun più si desta!
Chi si contorce nel dolore,
se ancora la morte non gli ha fatto il favore,
passa la mazza del nemico
che con un colpo lo rende stecchito.
Indossi la maschera dalla paura,
ma ti tocca la sventura,
il tempo di agire ormai è passato,
ti accasci al suolo addormentato.
San Michele dai fiato alla tromba, sfodera la tua spada di fuoco!
Il vento è mutato, s'agita la nostra bandiera
che come una preghiera porta forza nei nostri cuor.
Ora quei vili son soppressi dal loro ardire,
ma si battono ancor prima di perire.
Quelle trincee che avean occupate,
noi le abbiam riconquistate!
In silenzio avanziamo nelle fosse dell'orrore,
in mezzo a corpi di un altro colore,
in cerca di qualche compagnia
che non sia solo l'anima mia!
San Michele, San Michele
versi ancor lacrime nelle giornate tranquille?
Porti ancora il drappo di lutto
per il soldato che vive solo per morire?
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